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Rezension

Polifemo VII, 2007, Seite 121-122

U. Schmitzer (a cura di), Suus scuique mos. Studien zur  paganen Kultur des lateinischen Westens im 4. Jahrhundert n. Chr., Göttingen: Edition Ruprecht 2006, pp. 252.

»Solo in parte ci convince il presente volume, che non riesce a mantenere davvero l’impegno di esplorare significativamente il paganesimo morente nel suo canto del cigno: in realtà tre dei contributi sono puramente filologici e non contribuiscono affatto a recuperare l’immagine complessiva dell’ultimo paganesimo (W. Kißel, Sortieren von Trümmer. Zur Rekonstrution von Ausonius, prof. 6, pp. 185-200; Chr. Schubert, Weiteres zur Versfolge von Auson. prof. 6, pp. 201-213 si limitano a ricostruire testualmente la breve poesia di Ausonio; W. Srb, Textkritisches zu Eutrop 1, 20, 3-4, pp. 249-252 è una brevissima nota testuale ad Eutropio) mentre l’analisi di un testo di Claudiano condotta da S. Koster, Die alte von Verona (Claud. carm.min. 20), pp. 215-227 sembra aver pienamente scordato il contesto in cui dovrebbe inserirsi: la divaricazione di vita e via, all’opera nel breve testo poetico, non è in alcun modo inserita nel contesto culturale che dovrebbe illustrare.

La riduzione dell'immaginario religioso pagano a linguaggio artistico conservabile in quanta tale è in qualche modo illustrata da P. Kranz, Vom Kunstwert der Götzenbilder – Idealplastik in der Spätantike, pp. 115-166, con un paio di casi di tardo-antica imitazione emulativa dell’arte imperiale dei primi due secoli, e dall’analisi della rielaborazione di materiale virgiliano nel Cupido cruciatus di Ausonio compiuta da U. Schmitzer, Amor in der Unterwelt. Zu Ausonius’ Gedicht Cupido Cruciatus, pp. 67-l84. 

Un’altra rielaborazione virgiliana, più precisamente della storia di Didone ed Enea, è l’oggetto dell’altro contributo del curatore, Der Königin Nachtlied. Eine Adaptation der Sage van Dido und Aeneas (Anth. Lat. 71 Sh. B.), pp. 9-24, che vi trova una critica non ancora cristiana, ma africana della figura di Enea, che illustrerebbe il passaggio dalla letteratura romana a quella latina (»Nicht mehr die Konzentration auf das geographisch-urbane Zentrum, sondern Sprache und gemeinsame literarische Tradition sind das einigende Band«: p. 24).

Una lunga interpretazione fondamentalmente letteraria dell’introduzione di Servio al proprio commentario virgiliano (P. Fleischmann, Die praefatio zum Aeneiskommentar des Servius und die Tradition der Auslegung, pp. 59-114) ritorna solo molto brevemente in tema alla fine del lavoro, quando ritrova nell’immagine positiva di Enea in Servio un tentativo di separare i valori pagani da quelli cristiani – ma per questa conclusione deve rimandare alla propria dissertazione e non al presente articolo.« 

Infine R. Klein, Die dritte relatio des Symrnachus – Ein denkwürdiges Zeugnis des  untergehenden Heidentums, pp. 25-58 analizza – sullo sfondo dell’ultimo tentativo di restaurazione pagana e della personalità di Simmaco – il testo da cui è tratta la citazione, invocante una tolleranza religiosa per i pagani, che fa da titolo al volume, vale a dire l’orazione pronunciata per ottenere il ripristino dell’altare romano della Vittoria.

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Suus cuique mos

Beiträge zur paganen Kultur des lateinischen Westens im 4. Jahrhundert n. Chr.
Schmitzer, Ulrich

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